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Immagine del redattoreThe Dogs' Wild Sister

Trabocchetto "GRAIN FREE", attenzione!

Aggiornamento: 24 mag


Che cosa si intende per Grain Free

e perché si utilizzano questi prodotti


Con la dicitura Grain-Free si intendono tutti quei prodotti industriali, per cani o gatti, che non presentano cereali di nessun tipo al loro interno; sono prodotti di grande successo a livello commerciale, ma sappiamo se davvero rappresentano la scelta migliore per i nostri animali domestici?


Il loro utilizzo era originariamente pensato come soluzione alle allergie da cereali in cani e gatti. Ricerche recenti dimostrano però, che solo una piccola percentuale di proprietari di cane acquista prodotti Grain Free perché consapevole di un’allergia o intolleranza ai cereali, ed una percentuale ancora minore lo fa dietro prescrizione veterinaria.


Infatti è importante valutare la % di cereali, che spesso e purtroppo, nel settore industriale, è la percentuale maggiore (o ci si avvicina molto) della composizione; questo accade perché i carboidrati fungono da riempitivi e danno la sensazione di sazietà, ma a livello nutrizionale danno ben poco, anzi!


Cosa ci dice la scienza riguardo le allergie nel cane


Parallelamente alla diffusione in commercio dei prodotti Grain-Free, la comunità scientifica ha ripreso l’analisi degli effetti sulla salute di questi alimenti, partendo da studi iniziati già negli anni 80.

Già nel 2006 e nel 2013 sono stati condotti studi approfonditi sulle allergie nel cane, e si è visto come, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, la carne risulta essere di gran lunga potenzialmente più allergenica per il cane rispetto ai cereali. Gli alimenti presi in considerazione davano sintomi per lo più dermatologici, e i risultati sono estremamente interessanti.

L’alimento più volte riscontrato come causa di allergia è risultato essere il manzo, seguito in ordine decrescente da latticini, pollo, grano, uova, soia, agnello, maiale, pesce, mais, tacchino, riso anatra. Solo un quarto delle allergie erano causate di fatto dai cereali nei cani presi in esame, i quali presentavano per lo più sintomi dermatologici quali prurito e forfora.

Altra cosa interessante, è che non esistono alimenti anallergici, ma solo ipoallergenici. Ciò significa che un animale ha meno probabilità di essere allergico all’anatra o al maiale rispetto all’agnello o ai latticini ad esempio, ma non è detto che l’anatra vada comunque bene per tutti. Stessa cosa vale per riso, mais, soia ecc ecc.

In sintesi, non avrebbe senso togliere il manzo o il pollo dall’alimentazione di tutti i cani solo perché riconosciuti come potenzialmente allergenici, così come non ha senso farlo con il mais o il riso. Bisogna ragionare caso per caso.


Se togliamo i cereali,

cosa resta?


Eliminando i cereali dagli ingredienti del mangime per cani, dobbiamo obbligatoriamente sostituirli con patate o legumi, per avere un alimento bilanciato in termini di rapporto tra proteine, grassi e fibre.


Patate e legumi però hanno caratteristiche nutrizionali differenti rispetto ai cereali, e un apporto minore di nutrienti utili all’organismo del cane.

I cereali inoltre, hanno la caratteristica di essere ricchi di fibre, che possono favorire le funzioni intestinali. Il cane può, in realtà, digerire una piccola quantità di cereali: in quanto carnivoro facoltativo è predisposto alla digestione di svariati elementi, ma sempre nelle giuste quantità.


Possibili rischi per la salute del cane correlati all’assunzione di patate e legumi


Nel 2018, la Food and Drug Administration ha studiato la possibile correlazione tra le diete Grain Free e l’insorgenza della cardiomiopatia dilatativa (DCM) nei cani.

La DCM è una patologia complessa che colpisce il cuore e può avere diverse cause. Si osserva una maggiore insorgenza nelle seguenti razze: Deerhound, Dobermann, Irish Wolfhound, Alano, Boxer, Terranova ed in altri cani di taglia grande o gigante (Mastino Napoletano, Golden Retriever, Rottweiler, Levrieri...). E’ più rara in altre razze (Cocker Spaniel, Collie, Dalmata) e nei meticci.

Andando più a fondo nelle cause della cardiomiopatia dilatativa, si ritrova un elemento che era già stato studiato, nel gatto, negli anni 80 come causa della patologia: la carenza di taurina. La taurina è un aminoacido importantissimo per i carnivori, è coinvolta in molti meccanismi, tra i quali la contrazione cardiaca. A differenza del gatto, che deve assumere la taurina obbligatoriamente con il cibo poiché non è in grado di sintetizzarla, l’organismo del cane può in parte sintetizzarla partendo da altre molecole di partenza.

Non è ancora chiaro agli scienziati come, gli elementi presenti in alimenti non adeguati per i cani, quali patate e legumi, vadano di fatto ad interferire con determinate funzioni. Si ipotizza che possano causare un vero e proprio deficit di sostanze utili alle funzioni cardiache (ma non solo) oppure che possano alterarne la biodisponibilità. Sebbene l’argomento sia tutt’oggi ancora oggetto di studio, è necessario analizzare la questione, poiché i numeri della malattia sono in aumento e numerose testimonianze stanno sempre più avvalorando l’ipotesi che la DCM possa essere causata dall’alimentazione.

Altro rischio per la salute correlato, stavolta in modo certo, agli alimenti Grain-Free è il possibile sbilanciamento nutrizionale dovuto ad un eccesso di proteine, proprio in virtù di una forte presenza di legumi e quindi di proteine vegetali. In questo caso, i reni sono costretti ad un grande lavoro che, alla lunga, può danneggiarli seriamente. Inoltre, la proteina vegetale è, per il cane, più difficile da digerire e da assimilare rispetto a quella animale.

Nei legumi, inoltre, è da evidenziare il contenuto di inibitori della tripsina, uno degli enzimi coinvolto nella digestione: queste sostanze fungono da anti-nutriente, andando a contrastare un processo utile alla digestione, e quindi alla nutrizione. I legumi potrebbero perciò andare ulteriormente a sovraccaricare fegato, reni ed intestino, a discapito della salute generale e della vitalità dell’animale.

Anche la cottura ad alte temperature che caratterizza di norma la produzione del mangime per cani e gatti e livello industriale va a peggiorare la situazione, peggiorando ancora il fattore digeribilità. Di conseguenza, il cane non avrà voglia di mangiare un cibo così poco digeribile e anche poco appetibile in quanto a base vegetale. Le feci saranno poco formate e maleodoranti e tutto l’apparato digerente ed escretore funzionerà peggio.


Buone notizie!

Gli stessi studi che hanno indicato questi mangimi come causa o possibile causa di patologie, indicano anche che, nella maggior parte dei casi, la malattia può regredire se si agisce in tempo modificando l’alimentazione ed integrando gli aminoacidi carenti. Molti cani possono guarire completamente ed in generale aumentare sia la qualità che la durata della vita.

Nello studio del 2018, Freeman e colleghi affermano che: “Per i cani in cui viene diagnosticata una possibile DCM associata alla dieta, si raccomanda al proprietario di cambiare la dieta con una prodotta da un produttore affermato che contenga ingredienti standard (ad esempio, pollo, manzo, riso, mais e grano)”.

Conclusioni

Come sempre, occorre valutare molteplici fattori e tenere in considerazione il fatto che ogni cane è un individuo a sé, ma in linea generale possiamo dire che, per decidere quale alimento dare al nostro cane, vanno tenuti in considerazione i seguenti fattori:

  • Stato di salute del cane

  • Razza e storia genetica

  • Storia clinica con particolare focus su allergie e intolleranze

  • Costi e benefici di questo tipo di mangime

In definitiva, messi sulla bilancia rischi e benefici dei prodotti Grain-Free, la conclusione è che essi vadano assolutamente sconsigliati. Nonostante molte aziende produttrici di questi mangimi stiano correndo ai ripari integrando taurina ed altri elementi nella composizione, le cause ancora poco chiare dei meccanismi precisi che portano agli squilibri nutrizionali che abbiamo analizzato, non rendono questi provvedimenti sufficienti a scongiurare la DCM, nonché i possibili rischi a carico dei reni e dell’intestino. Inoltre, non è escluso che vi siano altri fattori che gli scienziati non sono ancora riusciti ad individuare. Se un cane fosse effettivamente allergico al grano, oppure al mais o al riso, sarà sufficiente indirizzarsi su un prodotto che non contenga quello specifico elemento, ma che contenga comunque cereali, e non patate o legumi. Ricordiamo infine, che per diagnosticare in modo certo un’allergia non basta l’osservazione dei sintomi (ad esempio il prurito o le feci non formate), perché generalmente ogni sintomo ha moltissime possibili cause. Solo il veterinario, o al limite una dieta ad esclusione fatta per un tempo limitato, potrà dirci a cosa il cane è effettivamente allergico.




IT

  • The Dogs' Wild Sister


  • 13 mar


  • Tempo di lettura: 4 min

PET-FOOD: 3 cose CRUCIALI da tenere a mente!

Aggiornamento: 12 minuti fa


Sei quello che mangi, si dice spesso.


Questo detto non è valido solo per gli umani ma anche per i nostri fedeli amici a quattro zampe. Come proprietari di cani, la scelta del cibo giusto per il nostro animale domestico è fondamentale per mantenerlo in salute e garantirgli una vita felice e attiva e sapere quali sono le 3 cose CRUCIALI da tenere a mente quando si sceglie un prodotto pet-food potrebbe rivelarsi molto utile.



1 IL PRIMO INGREDIENTE DEVE ESSERE LA CARNE

Il cane è un carnivoro opportunista, il gatto è un carnivoro per eccellenza, va da sé che se vogliamo rispettare i bisogni etologici di specie, dobbiamo offrire loro alimenti prevalentemente a base di carne.


Quando leggiamo le etichette, dobbiamo ricordare che sia la parte relativa alla COMPOSIZIONE sia quella relativa ai COMPONENTI ANALITICI, si rifanno nella loro strutturazione a parametri normativi ben precisi, come, per esempio, quella che prevede che all'interno della composizione gli ingredienti vengano indicati in ordine decrescente, in base alla loro quantità, espresse in percentuale, prendendo in considerazione ogni singolo ingrediente così com'è, prima che venga inserito nella ricetta ed amalgamato con tutti gli altri ingredienti


 etichetta pet-food ideale


Il fatto che il primo ingrediente sia il principale ci dà già un parametro di valutazione importantissimo perché essendo il nostro obbiettivo trovare un prodotto che soddisfi i bisogni di specie dei nostri animali, significa che per cani e gatti il primo ingrediente deve essere la carne. In questo esempio non solo vediamo che si tratta di carne, ma anche di cosa nello specifico è utilizzato. Etichette così sono da prendere come esempio per un ottimo prodotto.



2: CARNE SI, MA DEVE ESSERE VERA!

Quando leggiamo la parte relativa alla composizione, dobbiamo fare attenzione quindi alle parole come "PROTEINA DI XY" o "FARINA DI XY"


Quando leggiamo la parola "proteine di.." dobbiamo essere consapevoli che ad essere utilizzato è qualcosa di molto diverso da ciò che noi intendiamo per carne immaginandoci quindi un bel pezzo di filetto o di muscolo per esempio. La proteina infatti è sempre il frutto di uno specifico processo di lavorazione chimicaCapiamo bene che proteine di questo tipo hanno un valore nutrizionale bassissimo rispetto a un bel pezzo di carne essiccata inserita come ingrediente.


Quando leggiamo la parola "farina di.." secondo quello che sono i parametri di leggetutto ciò che è scarto per l’alimentazione umana, in entrata o uscita, può essere trasformato in farinaQuesto significa che nelle farine troviamo la carne scaduta dei supermercati, quella che nei supermercati non ci è potuta nemmeno entrare perché non rispettava i parametri microbiologici (per esempio ha subito contaminazioni batteriche durante il trasporto, o l'animale era malatoinoltre troviamo tutto ciò che dell'animale resta, scarti come zoccoliossabecchipiume. Pur sorvolando sul discorso qualità, in definitiva, di carne vera e propria all'interno di queste farine ce n'è davvero pochissima..

Ricerche fatte all'interno di un progetto ministeriale hanno proprio stimato che di carne effettiva all'interno delle farine ce ne in media non più del 6/7%.

etichetta pet-food da evitare

Per rendere il concetto più chiaro, facciamo l'esempio con l'etichetta riportata: leggendo "farina di pesce 21%" sappiamo che in un pacco da 10 kg di crocchette solo 126 grammi di quei 10 kg sono rispettivamente di carne di pesce tutto il resto è scarto. È vero che in natura un cane si mangerebbe tutto di una preda, zoccoli - becchi - piume comprese, però è altrettanto vero che questi scarti costituirebbero la minor parte della composizione della preda stessa (e non le mangerebbe ogni giorno, come pasto principale)


Ricordiamo che le carni sono tra gli alimenti a cui viene riconosciuto un valore biologico alto e questo è motivo in più per essere certi che nel cibo che diamo i nostri animali non solo sia contenuta prevalentemente carne ma che si tratti rispettivamente di carne e non di proteine chimiche.


3.FACCIAMO ATTENZIONE ALLE FAMIGLIE DI INGREDIENTI, specialmente se CEREALI

Prendendo in considerazione sempre la stessa etichetta, notiamo come 2° ingrediente “granoturco” (senza %),  seguito, come 3° ingrediente, dal “sorgo bianco (una pianta annuale una pianta annuale appartenente alla famiglia delle graminacee, quindi cereale - anch’esso senza %) seguito da “cruschella di riso (senza%) e ancora da  “glutine di granturco” (senza  % anch’esso)… Siamo sicuri di essere davanti ad un prodotto pet-food per cani e non per canarini?! Essendo che di questi ultimi ingredienti non ci sono le percentuali indicate, ci fa pensare che questo è un classico esempio di famiglia di ingredienti, ossia un medesimo ingrediente, riportato in etichetta più volte, con alcuni ESCAMOTAGE come appunto inserirlo con diversi termini, magari di suoi derivati.. ma gli ingredienti, o meglio, le proprietà nutritive di quell'ingrediente, se pur sotto forme diverse, sono le stesse… a livello di nutrienti non c'è differenza tra granturco, sorgo bianco e glutine di granturco (sempre cereali sono). Le aziende fanno questo al fine di spezzare in più voci uno stesso ingrediente, cercando così di mascherarne in qualche modo l'eccessiva quantità, e questo sarebbe ancora più evidente se in questa etichetta fossero state appunto riportate le percentuali.


composizione ideale pet-food


situazione composizione maggiori pet-food

Capiamo bene che con una % di carne vera così bassa, il primo ingrediente diventa il cereale e si ribalta la composizione diventando così un alimento NON appropriato alla specie.


Come già espresso in un precedente articolo, con l'avvento dell'industrializzazione e di conseguenza dei prodotti commerciali pet-food, c'è stato un drastico cambiamento nelle abitudini alimentari dei nostri animali domestici; fino ad all'ora, si nutrivano o in natura o con l'alimentazione domestica (che come ben sappiamo prevedeva maggiormente gli avanzi della tavola), mentre ora sono costretti a mangiare crocchette sovraccariche di cereali/leguminose.


Questi cambiamenti comportano gravi ripercussioni sulla salute in generale dell'individuo.


Come Posso Aiutarti

Se sei preoccupato per l'alimentazione del tuo cane o sei interessato a esplorare alternative più salutari, sono qui per aiutarti. Offro consulenze alimentari gratuite per aiutarti a comprendere meglio le esigenze nutrizionali del tuo cane e per guidarti verso scelte alimentari che possono migliorare significativamente la sua qualità di vita.


Invito tutti i lettori a riflettere sulle proprie scelte alimentari per i loro cani e a contattarmi per una consulenza alimentare. Insieme, possiamo lavorare per garantire che il nostro impegno nei confronti dei nostri amici a quattro zampe sia non solo pratico, ma anche profondamente attento alla loro salute e benessere. Non aspettare, prendi l'iniziativa oggi stesso per un futuro più sano e felice per il tuo cane!


Scrivimi una mail a dogswildsister@gmail.com oppure compila questo modulo.


La sua salute,

la tua felicità


Giada Piumatti

Educatore Cinofilo Etologico Olistico

Consulente della Relazione Animale ed Alimentare del Cane & del Gatto

Naturopata Animale in formazione

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